CONTENUTI DELLA RICERCA


Pubblicato il 2010-10-31

I risultati dell'indagine

Chi fosse interessato a conoscere i risultati dell'indagine può scrivere a pietro.domenichini@istituto-isr.eu


Pubblicato il 2010-10-31

ISR collabora con l'Università degli Studi di Verona

L'applicazione del Modello Organizzativo presso le aziende Venete

I MOTIVI DELLA RICERCA

A quasi un decennio dall'entrata in vigore del D.lgs. 231/01, la normativa introdotta suscita ancora una considerevole quantità di interrogativi e perplessità, la cui soluzione può essere aiutata dalla conoscenza statistica dei loro elementi costitutivi.

Istituto ISR, in collaborazione con l'Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Economia Aziendale, ha quindi avviato una ricerca indirizzata ad un campione di aziende della Regione Veneto, al fine di sondare il livello di conoscenza e l'applicazione del D.lgs. 231/01, attraverso un questionario che tocca i seguenti temi.


La natura della Responsabilità

Ancora oggi la denominazione di legge “responsabilità amministrativa” rimane un punto oscuro per la comprensione della effettiva natura di tale configurazione, nonostante la dottrina e la giurisprudenza siano da tempo concordi nell'identificarla come una forma, se vogliamo anomala, di responsabilità penale. Invero la sanzionabilità penale di un ente non persona fisica non appare poi così difficile da accettare, ma è di notevole interesse arrivare a capire fino a che punto i soggetti interessati dall'applicazione della normativa siano consapevoli dei risvolti penali dell'accertamento di tale responsabilità. Si parte quindi da una indagine sulla prevenzione dei reati presupposto, per giungere a stabilire verso quali aree si concentra maggiormente l'attività di auditing preventivo, e comprendere infine se si sia creata una effettiva sensibilità verso le conseguenze della responsabilità dell'ente.

L'obbligatorietà del modello organizzativo

Gli albori dell'applicazione del D.lgs. 231/01 sono stati caratterizzati dall'unanime, rassicurante convinzione della facoltatività dei modelli organizzativi. Gli interpreti infatti hanno fin da subito sottolineato che l'adozione del modello organizzativo, per quanto estremamente consigliabile, non costitutiva in alcun modo un obbligo di legge. A scompigliare le carte giunse però, nel 2008, l'art. 30 del Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.lgs. 81/08), che afferma senza mezze misure che il modello organizzativo “deve” essere adottato, lasciando in tal modo dubbi circa l'interpretazione secondo cui la doverosità non sia altro che una prescrizione circa l'idoneità, e l'altra secondo cui il modello organizzativo ci “deve” essere, senz'altro. L'indagine mira quindi a comprendere quale sia la percezione delle aziende del Veneto circa la doverosità o la consigliabilità dell'adozione del modello organizzativo.

Il coordinamento con le altre normative di compliance e l'integrazione con gli altri strumenti di organizzazione e di controllo in azienda.

L'adozione e l'efficace attuazione del modello organizzativo comporta una complessa attività di coordinamento fra gli adempimenti richiesti da questo e quelli necessari, e magari già da tempo in atto, per le diverse strutture di compliance.

In particolare risultano degne di attenzione le problematiche di coordinamento fra il modello organizzativo e gli adempimenti in materia di sicurezza del lavoro, e più ancora le attività di integrazione fra il modello organizzativo e gli altri strumenti di organizzazione e controllo, ad esempio le procedure del sistema di qualità o del controllo di gestione.

L'indagine svolta da Istituto ISR e da Università degli Studi di Verona vuole contribuire a comprendere quale sia la percezione dei problemi di integrazione e lo stato dell'arte espresso dalle aziende del Veneto nella soluzione di tali problemi.

L'idoneità ed efficacia del modello organizzativo

La norma posta dall'art. 6 del D.lgs. 231/01 indica parametri alquanto precisi per la valutazione della idoneità ed efficace attuazione del modello organizzativo adottato dalla singola azienda. Il rispetto di tali parametri è condizione dell'operatività della esimente che salverà l'azienda dalla responsabilità amministrativa e dall'applicazione delle relative sanzioni. In sintesi la norma richiede che il modello organizzativo sia quantomeno frutto di una scrupolosa attività di valutazione dei rischi connessi ai processi sensibili e contenga regole chiare e fornite di sanzione per operare la prevenzione dei reati presupposto.

Istituto ISR e l'Università degli Studi di Verona si propongono di verificare se i parametri dell'art. 6 siano stati presi in considerazione e se la soluzione trovata sia, mediamente, soddisfacente. Tale indagine presenta i limiti dell'intervista a campione statistico, e non pretende di fornire risultati univoci, che possono scaturire solamente da un auditing accurato e specifico per la singola azienda. La ricerca offre tuttavia la possibilità di analizzare la percezione che le imprese hanno circa la necessità di adottare un modello organizzativo che sia il risultato di una corretta e specifica attività di risk analysis.

La composizione ed il funzionamento dell'organismo di vigilanza; la formazione e l'informazione

L'efficace attuazione del modello organizzativo è il secondo presupposto per l'operatività dell'esimente, e si realizza in primo luogo attraverso il corretto funzionamento di un organismo di vigilanza che presenti i requisiti di imparzialità ed autonomia dai soggetti apicali dell'azienda. In secondo luogo attraverso una specifica opera di informazione e formazione dei soggetti interessati all'applicazione del modello organizzativo.

L'indagine svolta da Istituto ISR e da Università degli Studi di Verona vuole contribuire a comprendere quale sia lo stato attuale della composizione e del funzionamento degli organismi di vigilanza, e come venga attuata la formazione e l'informazione di shareholders e stakeholders delle imprese intervistate.

I risultati della ricerca saranno resi pubblici, senza indicazione delle fonti, con la pubblicazione di un saggio, ed in occasione e di una giornata di studi destinata al commento dei dati raccolti.

Verona, 27 Gennaio 2010

Avvocato Pietro Domenichini


Documenti
1 - statoapplicazione231.pdf